Sulla strada giusta

La storia di Francesco Grandis è quella di molti magnifici folli che non sono, e mai saranno, fatti per "la solita routine". Francesco si laurea in ingegneria elettronica, trova un lavoro nella robotica industriale e si convince, come spesso accade, di essere sui binari giusti. Ma presto si rende conto che quei binari possono essere giustissimi, ma non per lui. Ti suona familiare questa sensazione?

Il ritratto di una generazione inquieta

Francesco Grandis rappresenta perfettamente il volto di una generazione che ha seguito le regole del gioco - studiare, laurearsi, trovare un "buon lavoro" - solo per scoprire che quelle regole erano state scritte per qualcun altro. La sua storia risuona con migliaia di trentenni italiani che si trovano intrappolati tra le aspettative familiari, la sicurezza economica e una vocina interiore che sussurra incessantemente che "deve esserci qualcosa di più".

Il libro non è un'autobiografia tradizionale, ma un manifesto generazionale che dà voce a tutti quelli che hanno mai sentito quel nodo allo stomaco domenicale, quella sensazione di claustrofobia in open space perfettamente climatizzati, quella domanda martellante: "È davvero questa la vita per cui ho studiato così duramente?"

Grandis scrive con l'onestà brutale di chi non ha nulla da dimostrare e tutto da condividere. Non è il solito guru del lifestyle design che predica dal suo ufficio vista mare, ma uno che ha percorso ogni metro del sentiero che descrive, pagando il prezzo pieno di ogni scelta coraggiosa.

L'anatomia di una fuga consapevole

Così lascia il suo lavoro e parte per un giro del mondo che stravolgerà come un ciclone la sua esistenza. Ma quella di Francesco non è la classica "quarter-life crisis" risolta con un viaggio in Thailandia. È una fuga strategica, meditata, coraggiosa verso la scoperta di chi è veramente quando nessuno gli dice chi dovrebbe essere.

Il racconto del suo viaggio intorno al mondo è prezioso perché non romanticizza l'esperienza. Grandis descrive con lucidità le difficoltà pratiche, i momenti di solitudine, i dubbi che assalgono quando ti ritrovi dall'altra parte del pianeta senza la rete di sicurezza delle strutture familiari. Ma documenta anche la graduale espansione della propria comfort zone, la crescita della fiducia in se stesso, la scoperta di risorse interiori che non sapeva di possedere.

Ogni paese visitato diventa un laboratorio di crescita personale. Non si tratta di collezionare francobolli sul passaporto, ma di esporre se stessi a realtà diverse che fungono da specchio per comprendere meglio la propria autenticità. In India scopre la meditazione, in Sudamerica impara lo spagnolo, in Australia sperimenta lavori completamente diversi dalla sua formazione. Ogni esperienza aggiunge un tassello alla comprensione di chi vuole diventare.

La trasformazione professionale: dall'ingegneria al codice

Al suo rientro, Francesco trova la sua nuova dimensione come programmatore - nomade digitale (wow, si può trasformare la propria professione in un lavoro nomade?!), seguendo finalmente la sua idea di felicità e iniziando a viaggiare lavorando, da vero digital nomad.

Questa transizione è raccontata con particolare attenzione ai dettagli pratici che altri libri del genere spesso omettono. Grandis spiega come ha imparato a programmare da autodidatta, quali risorse ha utilizzato, come ha costruito il suo primo portfolio, come ha trovato i primi clienti. Non è stata una trasformazione magica overnight, ma un processo graduale fatto di studio costante, progetti gratuiti per farsi le ossa, errori costosi e piccole vittorie che costruivano fiducia.

La scelta della programmazione non è casuale: rappresenta una delle competenze più "democratiche" dell'era digitale. Non serve un titolo specifico, non servono raccomandazioni, non serve un ufficio. Serve solo la capacità di risolvere problemi attraverso il codice, e questa competenza può essere acquisita da chiunque abbia abbastanza determinazione.

Il passaggio da ingegnere dipendente a programmatore nomade è documentato con l'onestà di chi non vuole vendere false speranze. Grandis racconta le difficoltà iniziali nel gestire clienti, la sfida di lavorare in fusi orari diversi, l'apprendimento faticoso della disciplina necessaria per essere produttivi senza un capo che controlla.

L'evoluzione verso la vocazione autentica

Qualche anno dopo abbandona anche il suo lavoro da programmatore per dedicarsi anima e corpo alla scrittura, aprendo un blog dal nome e dal claim che sono tutto un programma (Wandering Will, non tutti i vagabondi han perduto la via) e condividendo la sua avventura nel suo primo libro "Sulla Strada Giusta", un racconto onesto e trasparente della sua quotidianità da vagabondo e del suo percorso da nomade ricercatore di nuovi approcci alla vita.

Questo ulteriore passaggio rappresenta il livello più avanzato della ricerca personale: quando anche il lavoro che ti ha dato la libertà geografica non basta più, quando senti di avere qualcosa di unico da condividere con il mondo. La transizione da programmatore a scrittore è ancora più rischiosa della precedente: significa lasciare una competenza richiesta e ben pagata per inseguire una passione con ritorni economici incerti.

Il blog "Wandering Will" diventa rapidamente un punto di riferimento per la community italiana dei nomadi digitali e degli spiriti inquieti. Grandis non scrive solo di viaggi e destinazioni, ma di filosofia di vita, di crescita personale, di sostenibilità economica ed emotiva dello stile di vita nomade. I suoi post hanno la profondità di chi ha riflettuto intensamente su ogni aspetto della propria scelta.

Il claim "non tutti i vagabondi han perduto la via" è una citazione da Tolkien che ribalta la percezione negativa del "vagabondaggio". Grandis rivendica il valore della ricerca, del non accontentarsi, del continuare a esplorare possibilità diverse. Il vagabondo non è chi è perduto, ma chi ha il coraggio di cercare la propria strada anche quando gli altri non la capiscono.

La metodologia della ricerca personale

"La cosa giusta" non è solo la cronaca di un percorso individuale, ma un manuale metodologico per chiunque senta la necessità di cambiare direzione. Grandis condivide framework pratici che ha sviluppato durante la sua evoluzione:

Il Test della Domenica Sera: Come misurare il proprio livello di soddisfazione professionale osservando le emozioni che provi la domenica sera pensando al lunedì mattina.

La Regola del 5%: Come introdurre cambiamenti graduali dedicando il 5% del proprio tempo a esplorare alternative, senza compromettere la stabilità presente.

Il Bilancio Energetico: Come valutare se un'attività ti da energia o te la sottrae, e come ottimizzare la propria vita per massimizzare le attività energizzanti.

La Strategia dell'Esperimento: Come testare nuove direzioni attraverso progetti pilota a basso rischio prima di fare salti nel vuoto.

Il Supporto del Network: Come costruire una rete di persone che condividono valori simili per sostenersi reciprocamente durante le transizioni difficili.

La geografia emotiva del nomadismo

Una delle parti più preziose del libro è la descrizione accurata degli stati emotivi che accompagnano la vita nomade. Grandis non cade nella trappola Instagram di mostrare solo i tramonti e le spiagge, ma racconta anche:

La Solitudine Scelta: La differenza tra essere soli per caso e scegliere la solitudine come spazio di crescita. Come trasformare momenti potenzialmente dolorosi in opportunità di dialogo interiore.

L'Incertezza Costante: Come gestire psicologicamente l'assenza di routine fisse e sicurezze tradizionali. Le strategie mentali per trasformare l'ansia dell'incertezza in eccitazione per le possibilità.

La Sindrome dell'Impostore: I momenti in cui ti chiedi se stai davvero vivendo la tua vita o stai solo scappando dalle responsabilità. Come distinguere tra fuga autentica e fuga regressiva.

La Gestione delle Relazioni: Come mantenere connessioni significative quando il tuo stile di vita diventa incomprensibile per famiglia e amici rimasti nel mondo tradizionale.

La Ricerca di Senso: Come trovare significato e purpose in una vita che non segue i markers tradizionali di successo e progresso.

L'ecosistema pratico del nomadismo italiano

Il libro offre anche una prospettiva specificamente italiana sul nomadismo digitale, spesso trascurata in pubblicazioni che si concentrano su contesti americani o britannici:

Burocrazia e Fiscalità: Come gestire aspetti pratici come partita IVA, residenza, domicilio fiscale quando si è cittadini italiani ma si vive altrove.

Network e Community: Le particolarità della community nomade italiana, più piccola ma spesso più coesa di quelle anglofone.

Cultural Adaptation: Come l'eredità culturale italiana influenza l'esperienza nomade, dai vantaggi (facilità di adattamento, capacità relazionali) alle sfide (peso delle aspettative familiari, attachment alla terra d'origine).

Opportunità di Mercato: Come sfruttare competenze "made in Italy" nel mercato globale del lavoro remoto.

La filosofia del "wandering will"

Il concetto di "wandering will" - volontà vagabonda - che da il nome al blog rappresenta il cuore filosofico dell'approccio di Grandis. Non si tratta di nomadismo passivo o fuga dalle responsabilità, ma di una forma attiva di ricerca esistenziale:

Intenzionalità nel Movimento: Ogni spostamento è guidato da una ricerca specifica, non dal semplice desiderio di novità.

Curiosità come Bussola: Usare la propria curiosità naturale come strumento di navigazione per decisioni di vita e carriera.

Apertura all'Imprevisto: Mantenere flessibilità sufficiente per cogliere opportunità non pianificate senza perdere la direzione generale.

Integrazione Continua: Come integrare costantemente nuove esperienze e apprendimenti nella propria identità in evoluzione.

L'impatto sulla community italiana

"La cosa giusta" ha avuto un impatto significativo sulla scena italiana dei nomadi digitali e dei career changer. Ha contribuito a:

Normalizzare il Cambiamento: Rendere socialmente accettabile l'idea di cambiare carriera radicalmente, anche più volte nella vita.

Creare Role Models: Fornire un esempio italiano autentico e raggiungibile, alternativo ai guru americani spesso percepiti come irraggiungibili.

Ispirare Azione: Migliaia di lettori hanno citato il libro come catalizzatore per le proprie transizioni professionali.

Costruire Community: Il libro ha contribuito a connettere persone con aspirazioni simili, creando una rete di supporto reciproco.

Le sfide nascoste della vita alternativa

Grandis affronta onestamente anche gli aspetti difficili raramente discussi:

Pressione Sociale: Come gestire incomprensione e talvolta ostilità da parte di chi non capisce le tue scelte.

Instabilità Economica: Le fluttuazioni di reddito e come costruire resilienza finanziaria senza stipendio fisso.

Assenza di Progressione Tradizionale: Come definire successo e progresso quando non hai più career ladder convenzionali.

Isolamento Professionale: La mancanza di colleghi fisici e come costruire senso di appartenenza professionale.

Decision Fatigue: Il peso psicologico di dovere costantemente decidere dove andare, cosa fare, come organizzarsi.

La sostenibilità a lungo termine

Una sezione importante del libro affronta la sostenibilità del nomadismo oltre l'entusiasmo iniziale:

Evoluzione dei Bisogni: Come i propri bisogni cambiano con l'età e l'esperienza, e come adattare lo stile di vita di conseguenza.

Relazioni Stabili: È possibile costruire relazioni romantiche durature con uno stile di vita nomade?

Pianificazione Finanziaria: Come pensare a pensione, investimenti, sicurezza economica a lungo termine.

Salute e Benessere: Gestire salute fisica e mentale senza la stabilità di medici di famiglia e routine consolidate.

Senso di Appartenenza: Come costruire senso di home e community quando si è costantemente in movimento.

L'invito all'azione autentica

Un vero invito a seguire quella vocina che ti sussurra, più o meno ogni giorno, che c'è qualcosa "di più" che vale la pena inseguire. Ma l'invito di Grandis non è ingenuo o superficiale. È accompagnato da:

Reality Check: Strumenti per valutare onestamente se sei davvero pronto per un cambiamento così radicale.

Risk Management: Come minimizzare i rischi senza eliminare completamente l'incertezza che è parte essenziale della crescita.

Support Systems: Come costruire reti di supporto prima di aver bisogno di usarle.

Fallback Plans: L'importanza di avere piani B che non compromettano l'autenticità del piano A.

L'eredità di una scelta coraggiosa

"La cosa giusta" ha dimostrato che è possibile costruire una vita autentica e sostenibile fuori dai binari convenzionali, anche partendo dall'Italia e dalle sue specificità culturali ed economiche. Ha ispirato una generazione di italiani a questionare le definizioni tradizionali di successo e a cercare modi più allineati di vivere e lavorare.

Il libro ha anche contribuito a elevare la qualità del dibattito sul nomadismo digitale in Italia, spostandolo da romantiche fantasie di fuga verso discussioni più mature su sostenibilità, responsabilità sociale, crescita personale autentica.

Conclusione: il coraggio di essere se stessi

"La cosa giusta" non è solo la storia di Francesco Grandis, ma un invito universale al coraggio. Il coraggio di ascoltare davvero quella vocina interiore, di questionare percorsi che sembrano "giusti" ma non lo sono per te, di costruire una vita che rispecchi i tuoi valori più profondi anche quando il mondo non la capisce.

Il libro riesce nell'intento difficile di essere insieme ispirazionale e pratico, onesto sui costi del cambiamento ma convincente sui suoi benefici. È la storia di come un ingegnere italiano abbia trasformato un'inquietudine esistenziale in una vita di significato e libertà.

Per chi si riconosce in quella sensazione di "binari giusti ma non per me", il libro di Grandis offre tanto la validazione di non essere soli quanto una roadmap concreta per intraprendere il proprio viaggio verso l'autenticità. Non promette che sarà facile, ma assicura che sarà tuo.

La domanda che Francesco ti pone alla fine è semplice ma potente: fino a quando aspetterai prima di dare una chance a quella vocina che continua a sussurrarti che c'è qualcosa di più che vale la pena inseguire?